APR. MAG. 2014
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L
a luce grazie alle sue
proprietà intrinseche si
diffonde nello spazio per
riflessione: lambisce le
superfici di tutti quegli oggetti
che si trovano sul suo percorso
per poi disperdersi nello spazio
circostante e può esseremorbida o
più intensa in alcuni luoghi o mo-
menti, diffusa o più concentrata.
«Anche i luoghi dedicati alla risto-
razione - afferma Consuelo Reda-
elli, titolare dello studio Toolskit di
Milano, specializzato in progetta-
zione d’interni per bar, ristoranti,
mense - trasmettono determinate
emozioni in funzione di come la
luce al loro interno è stata pensata
e gestita.
Quando si pensa all’apporto di
luce che dovrà caratterizzare lo
spazio del consumo di cibo, biso-
gnerebbe anzitutto suddividere gli
spazi in aree tra di esse omogenee
e con funzioni compatibili e poi
pensare che a seconda dei vari
momenti della giornata le esigenze
e le aspettative del cliente possono
variare».
Si tratta in sostanza di equilibrare
la luce naturale esterna con luce
artificiale interna.
MOMENTI DI CONSUMO.
Se
pensiamo ad esempio al momento
della prima colazione, l’utente pro-
babilmente si aspetterà una quan-
tità di luce che possa garantire
Cibo, luce
ed emozione
Le scelte di
illuminazione del
locale sono decisive
per dare ai clienti
oltre che cibo da
consumare anche un
ambiente dove sentirsi
a proprio agio
A CURA DI
FABRIZIO GOMARASCA
IN SALA
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